Da quasi trent’anni di immigrazione extracomunitaria a Genova prende forma nel 2007 un nuovo viaggio musicale dai forti contenuti sociali. Un progetto aperto, che unisce stili musicali differenti, raccogliendo l’energia dei giovani immigrati e di seconda generazione, il linguaggio delle loro tradizioni, per fonderli agli slang e ai ritmi urbani. La Banda di Piazza Caricamento nasce come simbolo artistico della convivenza e della non violenza, della creatività e della metamorfosi culturale, della consacrazione di Genova come città multietnica. Ideata e diretta da Davide Ferrari e prodotta da Echo Art, si rivolge principalmente ai giovani under 30.
Il repertorio è originale e parte dalle culture musicali di ogni partecipante. Ad oggi numerose le attività della Banda : I cd “BABEL SOUND” (2008), premiato da Amnesty International come miglior disco dedicato ali diritti degli immigrati e NU TOWN (2010) con ospiti il Gruppo Spontaneo Trallallero, con cui viene riarrangiato e inciso DOLCENERA di De Andre’, e la partecipazione di un coro di bambini dell’Irpinia.
Tournee in Italia, Francia, Croazia, Svizzera, Bosnia. Progetti musicali e sociali nelle banlieu francesi e nelle periferie delle nostre città, nelle scuole, nelle carceri, nelle piazze . Collaborazioni live con Celia Mara (la Manu Chao brasiliana), gli Gnawa Bambara (sufi dal Marocco) e una delle più importanti cantanti italiane, Antonella Ruggiero con cui nasce il concerto “ SCONFINANDO “ nel 2010.
Nel 2011 nasce il progetto MUSICYCLE , primo concerto in Italia autoalimentato da 10 biciclette, ecologico e ludico. “Tu pedala che io suono “ è lo slogan che accompagna i concerti, dove il pubblico è chiamato a pedalare per generare corrente sufficiente ad alimentare l’impianto audio a basso consumo della Banda. Nel 2013 esce “Rock the Casbah”, dal leggendario brando dei Clash, riarrangiato e pubblicato solo sul web dalla Banda, a sottolineare la definizione originale di “etnopunk“ associata al gruppo, per l’energia dei loro live. E nel 2014 nasce “ Il Sesto Continente “, il nuovo repertorio e cd, creato con un ensemble rinnovato che vede alle voci, oltre a quella storica di Yana Oder dal Tagikistan, quella di Parveen Khan dal Rajasthan, di Lorraine Mc Cauley dall’Irlanda, di Medard Sossa dal Benin, alla chitarra David Carrol, giovane brasiliano, Cristiano Do Rosario al basso da Capo Verde , e la sezione percussiva con gli storici Kasun Marashina dallo Sri Lanka alla batteria, Olmo Manzano, italo messicano, alle congas, marimba, timbales e guiro, Bassirou Sarr dal Senegal alla tama, doum doum e djembee e il percussionista iraniano al tombak Ali Rahmani.
Ospiti del Cd Abdenbi El Gadari, mallem Gnawa dal Marocco, Miriam Gotti, voce italiana, Michele Ferrari, gli Audiograffiti e Antonella Ruggiero, la cui voce è presente nel brano “ Ninna Nanna per Yanuska “ , brano di origine russa cantato da Yana Oder. Arrangiamenti, registrazioni e mix di Daniele Adrianopoli, sound engeneer del gruppo. Produzione artistica e direzione musicale di Davide Ferrari, presente anche con theremin, canto armonico e bamboo sax. “ Il Sesto Continente “ è’ la terra ideale, dei sogni di ogni migrante, o viaggiatore, o sognatore. E’ il luogo dell’accoglienza, dell’incontro, delle emozioni. Della natura incontaminata, delle tradizioni e della creatività. E’ la musica che si genera nelle città popolate dall’incontro tra genti straniere, residenti e/o in transito, musiche senza stili e origini dominanti, dove il meticciato è il terreno di fondo su cui si coltivano le arti contemporanee.
Non world music, ma musiche da mondi in arrivo e in partenza continua, musiche che rispondono alla domanda ” Mi scusi, sa dove siamo ? ” A. Vivaldi /la Repubblica “ La Banda di Piazza Caricamento sta ai Rolling Stones come l’Orchestra di Piazza Vittorio sta ai Beatles “….. G. Festinese/ Il Manifesto: “ …Un concorso di spezzoni di culture musicali diverse confluiscono in un suono unico e potente della Banda di Piazza Caricamento….. “ Il Giornale della Musica “ …l’inedito incontro tra il Gruppo Spontaneo Trallallero e la Banda su “Dolcenera” di De André; a chi proprio non ne può più di “riletture” del genovese, consigliamo di mettersi all’ascolto: la forza oscura e tellurica restituita alla ballata non ha, ad oggi, eguali! …”